L’anima in esilio

 

 

PAUL HINDEMITH (1895-1963)

Sonata (1936) per flauto e pianoforte

BOHUSLAV MARTINU (1890 – 1959)

First Sonata (1945) per flauto e pianoforte

FRANK MARTIN (1890 – 1974)

Ballade (1939) per flauto e pianoforte

HENRI DUTILLEUX (1916 – 2013)

Sonatine (1943) per flauto e pianoforte

ANDRÉ JOLIVET (1905 – 1974)

Chant de Linos (1944) per flauto e pianoforte

 

Il programma ha un focus particolare su un decennio segnato pesantemente dal sorgere e dal dispiegarsi del secondo conflitto mondiale, un evento che impone ai musicisti una riflessione sul ruolo della propria arte, come luogo di resistenza o di rifugio, come spazio spirituale da preservare o come appello alla coscienza in favore dei valori umanisti messi in pericolo dalla guerra.

La Sonata per flauto di Hindemith risale al 1936, anno in cui la musica del compositore tedesco viene messa al bando; questo ostracismo dalla vita pubblica porta Hindemith a trovare in una forma più intima e raccolta le ragioni del proprio essere musicista, dando il via ad un importante ciclo di composizioni cameristiche. La prima esecuzione della Sonata avviene a Chicago nel 1937, durante il primo viaggio di Hindemith negli Stati Uniti, paese che vede la nascita anche della Sonata per flauto del ceco Bohuslav Martinu, spinto dagli eventi bellici a lasciare la Francia, in cui viveva, nel 1940.

L’impegno di Henri Dutilleux è testimoniato dall’adesione, nel 1942, al Fronte Nazionale dei Musicisti francesi, organizzazione di resistenza, che cerca di contrastare la propaganda tedesca o vichysta (Dutilleux rifiuta di suonare per Radio Parigi). Se lo svizzero Frank Martin rimane ai margini delle correnti più moderne ed impegnate, riservando alle composizioni vocali l’espressione delle proprie aspirazioni alla pace, André Jolivet assume negli anni varie posture espressive, senza mai allontanarsi dal proprio ideale umanista e spiritualista. Chant de Linos, “lamento interrotto da grida e danze”, appare – alla luce degli anni in cui è scritto – un canto ai valori che la guerra ha distrutto, a partire dal rispetto per l’esistenza e per l’individuo.